Il tocco gentile dell’osteopatia pediatrica

In coincidenza con la Giornata Mondiale della Gentilezza vogliamo parlarvi del “tocco gentile” dell’osteopatia pediatrica raccontandovi di cosa si tratta e quali sono i benefici.

I BENEFICI DEL CONTATTO

Cosa rende piacevole ricevere un abbraccio e una carezza? Oppure come mai un bambino che piange si calma immediatamente quando la mamma lo prende in braccio?
Siamo portati a pensare che il benessere derivante dal contatto sia dovuto unicamente al rapporto affettivo, ma non è esattamente così.
Infatti, il tocco in sé è già in grado di stimolare sensazioni di benessere.

IL POTERE DEL TOCCO GENTILE

Innanzitutto definiamo che con “tocco gentile” s’intende il contatto leggero e lento sulla pelle. Recenti studi hanno dimostrato che questa sorta di carezza, soprattutto nella schiena, è in grado di attivare delle aree molto specifiche del cervello che sono legate all’Interocezione, ossia a un meccanismo che ci permette di percepire il nostro stato fisiologico interno (es. sentire il proprio battito cardiaco, la fame, la sete, il dolore, le emozioni ecc…). Tutti questi dati vengono raccolti e rielaborati nell’Insula, un’area specifica del cervello.

QUAL È IL LEGAME TRA IL TOCCO GENTILE E L’OSTEOPATIA?

Il tocco leggero è in grado di trasmettere le informazioni direttamente all’Insula dando benessere e riducendo le sensazioni di ansia e tristezza. E c’è di più, il tocco gentile modula anche la sensazione di dolore andando a stimolare direttamente il nostro sistema nervoso parasimpatico.
Quindi, i trattamenti manipolativi che utilizzano il tocco gentile generano emozioni positive e alleviano le sensazioni di dolore.
Queste tecniche sono particolarmente adottate in ambito neonatale, attraverso uno stimolo tattile lento, e con una pressione moderata si va a stimolare le fibre tattili presenti nella cute. Lo scopo è quello di calmare e portare benessere nel neonato in risposta a stati di irritabilità, pianto inconsolabile ecc…
Se pensiamo ad esempio allo stesso massaggio neonatale praticato dalle mamme, la logica è un po’ la stessa. Il neonato infatti comunica esclusivamente attraverso il pianto e non è semplice comprenderne il motivo: oltre ai suoi bisogni primari c’è anche quello del contatto, che aumenta proprio quando prova sofferenza.
L’osteopatia, non a caso, è molto richiesta per i neonati e anche per i prematuri, proprio perché col suo tocco gentile può alleviare il dolore, calmare e generare benessere.

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